
Il pericolo zecche
Trent’anni fa non conoscevo le zecche. Durante il servizio militare svolto nelle zone pre-montane e montane di Piemonte e Valle d’Aosta marciavamo per sentieri, strisciavamo in terra e mai ne abbiamo vista una.
Il primo incontro fu in Scozia e successivamente in Irlanda, mentre in Finlandia dovetti tenere a bada solo le zanzare, la Finnish Air Force 🤣.
Poco prima avevo cominciato a conoscerle documentandomi sul primo soccorso in montagna con il libro “La salute in montagna” di Luciano Baffioni Venturi (edizione 1996).

All’epoca si consigliava ancora si rimuoverle dopo avere “soffocate” con creme, dentifrici, o (come leggete sopra) avvicinandogli sigarette, carburanti, ecc…, come descritto anche nel volume edito nel 1995 dalla ASL di Feltre intitolato “Le zecche, la malattia di Lyme e la Encefalite da morso di zecca (TBE)“.
Ora come ora tali consigli sono “deprecati”, gli studi scientifici hanno permesso di determinare che ogni condotta irritante per la zecca, o che potrebbe provocarne la morte, potrebbe causare il suo rigurgito con tutti i rischi che ne conseguono.
In Italia abbiamo diversi tipi di zecche, le più diffuse sono la zeccha dei boschi e la zecca dei cani. Mentre la prima non ha “pregiudizi” 🫣 e si attacca un po’ a qualsiasi ospite (grandi mammiferi, piccoli roditori, volatili umani, ecc..) la seconda predilige i cani.
Le malattie diffuse dalle zecche sono molteplici, alcune non presenti sul nostro territorio nazionale, alle nostre latitudini, dove le malattie più diffuse sono tre:
- la TBE, o Encefalite da morso di zecca, patologia causata da virsu passati all’ospite. In un’elevata percentuale di casi l’ospite potrebbe non evidenziare problemi, ma in una percentuale minore dei casi le problematiche potrebbero essere molto serie, con parali flacide, cefalee intense, confusione mentale, perdita di memoria ed in alcuni casi anche nel decesso. Il passaggio del virus dalla zecca all’ospite avviene già al momento del morso, quando la zecca inocula attraverso la saliva l’anestetico che le permetterà di rimane attaccata senza disturbare l’ospite.
- la borelliosi, o malattie di Lyme, dovuta all’introduzione nell’organismo ospite del batterio borrelia burgdorferi. Dopo una decina di giorni in una elevata percentuale di casi si sviluppano eritemi ad alone, che segnano il passaggio del batterio nel sottocute. Tali segni permettono un precoce intervento prima che vi sia un “approfondimento” del batterio, con svariate problematiche articolari, cardiache, a livello di encefalo, ecc… Dal morso al passaggio del patogeno possono passare anche una decina di ore, tempo che quindi ci permette di svolgere verifiche sulla nostra cute per individuare la zecca e rimuoverla.
- le rickettsiosi più diffusa in Italia e in tutto il Mediterraneo è la febbre bottonosa del Mediterraneo, più frequentemente trasmessa dalle zecche dei cani, è letale in un numero “statisticamente” limitato di casi e può essere curata con l’uso di antibiotici
Per la TBE esiste un valido vaccino che viene somministrato in tre dosi, nelle regioni del nord est tale vaccino risulta gratuito e fruibile attraverso il servizio sanitario nazionale, cosa che non avviene nelle altre regioni dove la TBE risulta statisticamente meno impattante.
In passato veniva assolutamente sconsigliato di rimuovere le zecche da se, qualcuno lo sostiene tutt’ora. Ricordo ancora la faccia allibita 😒 del medico del pronto soccorso quando nei primi anni duemila mi presentai dopo un giro in mountainbike tra i boschi con l’insetto attaccato ad una gamba.
Quindi cosa andrebbe fatto ? Dobbiamo toglierla da noi ?? Non voglio dirvelo io perché non sono un medico, né un sanitario o un esperto di malattie. Quanto scritto sopra è un sunto di quanto potete ascoltare nei due interessanti video che seguono, in cui parla personale sanitario con competenze specifiche. Vi invito a visionarli:
1) “Ulss2, morsi da zecca, borreliosi e Tbe, rischi reali e miti da sfatare”, parla il dottor Mario Giobbia, dell’unità operativa Malattie infettive dell’ospedale Ca’Foncello di Treviso, 4 giugno 2022.
2) “Le zecche. Rischi per la salute e cosa fare per prevenirli” sul canale Youtube dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), 5 agosto 2015 (un po’ più datato ma a mio avviso comunque interessante).