Il Ben Nevis con i suoi 1344 metri è la cima più alta della Gran Bretagna.
La montagna presenta una tipica forma a panettone, con il versante nord
occidentale che sale con pendenza graduale, tagliato da un agevole sentiero.
I versanti meridionali (sud-ovest e sud-est) sono invece particolarmente
ripidi, con alte pietraie che terminano in numerosi canaloni. Il versante
nord-ovest è una parete verticale frequentata da
alpinisti di tutto il mondo.
La quota relativamente bassa, se paragonata alle cime alpine, non deve
tuttavia far sottovalutare questa montagna. I sentieri che conducono alla
cima, o alla base delle vie alpinistiche, partono da quote prossime al
livello del mare, si tratta quindi di affrontare pur sempre circa milletrecento
metri di dislivello.
Inoltre la montagna ha un proprio micro-clima molto particolare che d'inverno
la copre di neve e ghiaccio, rendendo la salita in stile alpino per nulla
facile, e anche d'estate non è affatto raro partire da Fort William con
una temperatura di oltre venti gradi centigradi e trovarsi in cima con
la colonnina di mercurio che non supera i cinque gradi!
La conformazione della montagna, in caso di cattivo tempo e scarsa visibilità,
può trasformare una gita tranquilla in una tragedia: fino a primavera
inoltrata il plateau
sommitale è spesso coperto di neve ed in caso di nebbia diventa molto
difficile vedere il ciglio delle pareti più ripide. La fama di montagna
della morte non è per nulla una forzatura, le cronache contano più di
un escursionista o alpinista deceduto proprio cadendo lungo le pareti
a causa della scarsa visibilità.
All'inizio dei sentieri più di un cartello avvisa di questi pericoli,
invitando a rinunciare alla salita in caso non si sia sufficientemente
preparati o equipaggiati. Consigli che vengono spesso disattesi. Chi avrà
occasione di salire il Ben Nevis nella stagione estiva troverà
una vera fiumana di gente lungo il sentiero, una carovana colorita a sconcertante:
chi sale con le ciabattine infradito, chi senza zaino nè ricambio, chi
con la tuta in pelle da motociclista...il giorno che il Signore distribuì
la ragione molte di quelle persone erano assenti!
Itinerario:
La salita lungo la "via normale" , il sentiero più frequentato che parte
dalla Achintee House sulla sponda est del River Nevis, richiede ad un
escursionista ben allenato circa due ore. In alternativa
si può partire dalla Ben Nevis Distillery, situata lungo la A82 nei pressi
del Victoria Bridge sul River Lochy. I due sentieri si congiungeranno
nei pressi del lago Lochan Meall.
Dal centro di Fort William si prende il bus n.45 e si scende alla prima
fermata dopo il Nevis Bridge. Ci si incammina sulla strada asfaltata in
leggera salita dal lato opposto della fermata del bus seguendo il River
Nevis attraverso un quartiere di periferia. Dopo circa due chilometri
si raggiunge il parcheggio sterrato presso la Achintee House, da qui parte
il sentiero vero e proprio (q.40m sl/m). Il alternativa si può raggiungere
il Visitor Center lungo il River Nevis con il bus n.42 e passando su un
ponte oltrepassare il fiume e raggiungere il parcheggio.
Il sentiero, molto agevole, sale gradualmente tra rigogliose felci portandoci
dopo alcuni tornanti intorno ai duecento metri sl/m dove, tagliando un'
area ripida e scoscesa il fondo diventa pietroso con frequenti scaloni.
La via risale l'impluvio del torrente Allt na h-Urchaire ( o Red Burn)
raggiungendo il pianoro dove si allarga placido il lago Lochan Meall an
t-Suidhe (p.565m sl/m circa).
Sebbene il terreno diventi ghiaioso e friabile il sentiero, frequentatissimo,
resta largo e del tutto sicuro. La via sale quindi con otto ampi tornanti
lungo il versante ovest della montagna, raggiungendo i 1200 metri di quota,
dove la pendenza cala vistosamente ed inizia il plateau sommitale. Quando
effettuammo la salita era il luglio 2002, eravamo partiti da Fort William
con circa 25°C e quando giungemmo all'inizio del plateau la temperatura
di circa 9°C rendeva poco gradevole il contatto con la maglietta bagnata!
Sul plateau il fondo è ciottoloso e anche in luglio può capitare di attraversare
ampie macchie di neve. Se il cielo è aperto si gode di una bellissima
vista su tutta l'area circostante, ma non è affatto raro ritrovarsi a
marciare nella nebbia sino alle rovine dell'osservatorio, dove è stato
ricavato un bivacco, meta ultima della salita. In caso di nebbia si deve
porre particolare attenzione a non perdere il sentiero piegando verso
nord-est, si rischierebbe infatti di raggiungere il bordo del plateau
affacciandosi sulla parte verticale!
Il ritorno avviene lungo lo stesso percorso.
La montagna killer:
La fama del Ben Nevis quale montagna killer non è affatto esagerata! Con
neve e ghiaccio i ripidi pendii si trasformano in trappole mortali, difficili
da evitare se la nebbia annulla i confini tra terra e cielo. Inoltre le
condizioni climatiche possono essere molto severe anche in estate e i
casi di ipotermia non sono una rarità.

I teams di soccorso consigliano di non
avventurarsi sul Ben Nevis in caso di cattivo tempo, ma se siete sulla
cima quando la nebbia cala dovete saper usare la bussola per tornare a
casa! Il percorso della salvezza prevede infatti che, 1
partendo dalle rovine dell'osservatorio (dove sorge il bivacco) si marci
per 150 metri con un azimut di 231°, quindi 2 si cambi
direzione impostando un azimut di 281° che porterà dritti sul sentiero
che zizzagando scende verso il lago. 3 Un solo grado
di errore sulla direzione di marcia porterà dritti nella gola di Five
Finger Gully, dove i suoi mortali pendii trasformeranno l'escursione in
tragedia!
Non fate l'errore di sottovalutare le montagne scozzesi, le
statistiche del Mountain
Rescue Committee of Scotland (il locale soccorso alpino) parlano chiaro:
i 291 incidenti del 1990, con 181 feriti e 30 decessi, nel 2000 sono diventati
335 incidenti, 238 feriti e 42 morti, statistiche valevoli per la sola
Scozia a cui bisognerebbe sommare quelli di Inghilterra e Galles per avere
valori validi a livello nazionale.
I dati raccolti sino al 1993 indicavano che:
per gli incidenti occorsi su neve solo il 76% delle vittime erano dotate
di picozza e solo il 59% di ramponi;
Inciampare o scivolare ha causato il 42% degli incidenti, mentre le valanghe
ne hanno causati solo il 15%;
Il 50% delle vittime che riportarono ferite fatali al capo non indossava
il caschetto protettivo;
La navigazione scadente causò il 14% delle vittime e il 24% degli incidenti
e sovente i compagni delle vittime non furono in grado di indicare l'esatta
posizione dell'infortunato.
Come si vede sono numeri impressionanti, che tuttavia non devono scoraggiare
nessuno, camminate per le montagne delle Highlands Scozzesi, ma fatelo
con buon senso e rispetto per la montagna.
Cartografia:
L'area e trattata da due diverse carte, edite entrambe da Ordanance Survey:
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serie Landranger n.41 Ben Nevis & Fort William scala, 1:25.000 |
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serie Outdoor Leisure n.38 ben Nevis & Glen Coe, scala 1:50.000 |