
Finlandia: UKK Reitti, da Hautajarvi a Ruka – parte 2
Il presente articolo e quelli ad esso collegati che descrivono i vari tratti del percorso sono la trasposizione di quanto pubblicavo sul mio sito dedicato all’escursionismo ad inizio degli anni 2000.
Il parco di Oulanka si estende tra la rotabile 950, che congiunge Salla a Kuusamo, a Ovest e il confine con la Russia a Est. E’ possibile accedere al Sentiero dell’Orso, che attraversa il parco e in questo tratto coincide con l’UKK-reitti da numerosi punti: innanzi tutto da Hautajarvi e Ruka, rispettivamente l’ accesso settentrionale e meridionale, poi da alcuni accessi intermedi, facili da individuare lungo la rotabile 950, da Hautajarvi in direzione Sud:
- a Nord del lago Ollilanjarvi, in località Juntakkivaara, vi è il parcheggio e il sentiero che conduce all’Oulankajoki all’altezza del bivacco di Taivalkongas;
- a Kayla la rotabile 950 è intersecata dalla minore 8693, seguendo quest’ultima in direzione Est, si giunge al centro informazioni di Luontokeskus, a metà percorso;
- a Juuma, sulle sponde del lago Juumajarvi. E’ raggiungibile percorrendo la strada che a Nord del fiume Kantojoki si stacca dalla 950, sempre in direzione Est.

L’attraversamento del parco richiede un minimo di quattro giorni, termine assai dilatabile volendo sfruttare i numerosi bivacchi (autiotupa) e le aree da campeggio per godere appieno dell’ambiente.
Tuttavia esiste la difficoltà di reperire viveri. Presso il centro di informazioni di Loutokeskus si può usufruire del bar e acquistare affettati, wurstel, pane e carte topografiche. Se il centro non rappresenta un buon supermarket, è invece uno bellissimo spaccato della fauna del parco, assolutamente imperdibili sono le grosse teche dalle quali, ottimamente conservati, ci guardano un orso, una splendida lepre variabile dalle grossissime zampe posteriori e il bel manto bianco, nonché altri numerosi volatili caratteristici della zona.
All’interno del parco autiotupa ( bivacchi aperti), laavu e aree per il campeggio si trovano in gran numero, le carte presenti riportano solo quelli trattati nella descrizione del percorso.
Partendo dal Centro Informazioni di Hautajarvi, si deve camminare per circa tre, quattro chilometri prima di varcare i confini del parco. I segni della presenza e del lavoro dell’uomo, che dapprima rendono l’ambiente un poco brullo, scompaiono superato tale limite e vengono in breve soppiantati da una vegetazione rigogliosa, che rende l’ambiente superbo quando si giunge sulle rive del fiume Savinajoki.
Il percorso è chiaramente indicato, oltrechè dal nastro arancione dell’UKK-reitti, dai segna-via gialli del Sentiero dell’Orso. Non mancano i cartelli che indicano mete e distanze, sempre utili per programmare le soste.

Il sentiero e percorso da mille radici affioranti che, se non si dispone di scarponi dalla suola sufficientemente dura, sono in grado di causare fastidiosi indolenzimenti alle piante dei piedi.
Costeggiando il fiume si intravede un’incredibile quantità di volatili che, disturbati dall’ avanzare, si allontanano volando rasi al sottobosco, come il gallo cedrone di cui intravidi la scura sagoma con l’evidente cresta rossa, o planando senza rumore alcuno di ramo in ramo. Mi capitò di trovare una pernice ( riekko ) sul sentiero, con mio gran stupore non volò via, ma si limitò ad allontanarsi, man mano che avanzavo, sempre restando sul cammino. Continuammo così per una cinquantina di metri prima che, con un breve, basso volo, lasciasse il tracciato inoltrandosi nel basso sottobosco.
Sebbene il sentiero si presenti curato e molte siano le aree approntate per accogliere l’escursionista, l’ingerenza umana è limitata, l’ambiente segue il proprio “destino”, numerosissimi sono gli alberi che, abbattutisi naturalmente, vanno in disfacimento lentamente, corrotti da insetti e specie vegetali parassite. L’autunno ormai avanzato perde in breve la sua veste di mille colori, divengono così rare le betulle non ancora del tutto prive di foglie, ma quando le si incontra si rimane rapiti dalle esplosioni d’oro della loro chioma, contrastante violentemente con il cupo verde delle conifere.

Il ventisei settembre, a mezzogiorno, il termometro dell’autiotupa di Savilampi segnava una temperatura di circa sette gradi centigradi.
Avvicinandosi al bivacco di Taivalkongas, si nota subito il ponte dondolante che permette di passare sulla sinistra orografica del fiume (la costa Est).

Fermatomi a dormire al bivacco, il giorno seguente (27.09.00), svegliatomi di buon’ora, trovai che una leggerissima coperta di nebbia si stendeva sul fiume, segno che la temperatura dell’aria era più fredda di quella dell’acqua.
Alla partenza, erano le 07.40, il termometro indicava tre gradi centigradi. Oltrepassato il ponte, il sentiero sempre facile continua in direzione Sud-Est, allontanandosi dalla riva del fiume di poche centinai di metri ci conduce fino al centro informazioni di Luontokeskus.
Qui torna a svilupparsi sulla riva occidentale dell’Oulankajoki, che viene abbandonata due chilometri dopo l’autiotupa di Ansakamppa, circa, quando il cammino piega verso Sud per raggiungere la costa meridionale del lago Kulmakkajarvi, dove troviamo il bivacco di Jussinkamppa.

Da qui la carta propone due itinerari, si può costeggiare il Kulmakkajarvi in direzione Nord-Ovest, per poi piegare a Sud e giungere nel comprensorio di Juuma da Nord, oppure, lasciando il bivacco di Jussinkamppa muoversi subito verso sud, fino a giungere sulle rive del fiume Kitkanjoki all’altezza del particolarissimo bivacco di Kahlaamo.
La natura del parco è evidente: a differenza delle altre aree boschive, vi è una oggettiva facilità a vedere gli abitanti della foresta, non tanto le renne (che comunque più avvezze al visitatore si lasciano avvicinare con maggiore facilità), o altri grossi mammiferi, quanto i volatili, numerosissimi e variegati, o gli scoiattoli, che paiono letteralmente aver colonizzato il piccolo impluvio che porta a Vaijerivene, dove grazie ad una barca si può attraversare il fiume.

L’operazione non è banale come si crede, il cavo di vincolo e la fune di traino ad esso legati sono posti ad un’altezza tale che si è costretti per agguantarli, a compiere piccoli saltelli, mentre sotto i nostri piedi la barca dondola e si stacca da riva. Tutto il parco, e la zona di Juuma in particolare, è ricco di bivacchi, laavu e zone per il campeggio, tutte ben segnalate sul terreno e sulle carte consigliate.

Passati sulla riva opposta del Kitkanjoki si segue ancora per un paio di chilometri il corso d’acqua e nel momento in cui lo si lascia si esce dai confini del parco. In breve la cosa sarà più che evidente, riappare infatti l’ingerenza umana (anche se limitata e discreta ) e si nota uno scadimento di tutte quelle strutture, passerelle e laavu, realizzate per l’escursionista. Il percorso è comunque ben tracciato e con facilità porta all’autiotupa di Porontimajoki sulle rive del lago Porontima, dove si passera l’ultima notte prima di tornare alla “società civile”.
Il tragitto successivo si snoda fino ad una carrareccia, su cui la carta ci indica prosegue il sentiero e su cui troviamo dopo poco una malconcia laavu. In realtà il sentiero aggira a Ovest due piccoli laghi e conduce all’attacco nord della cresta che, con una spettacolare visuale ( se non è nuvolo come in quei giorni ) su tutti i laghi circostanti, porta a Ruka. I numerosi sali scendi che il sentiero affronta per offrirci il più bel panorama, sembrano moltiplicare il dislivello. I finlandesi, forse poco avvezzi alle nostre lunghe salite, affrontano ogni piccola ascesa in maniera rettilinea, tutt’al più con l’aiuto di ripide scale di legno, che unitamente al peso dello zaino piegano letteralmente le gambe. Ruka offre molteplici possibilità di soggiorno e rappresenta una valida base di partenza per brevi gite nel parco.
Curiosità:
In Finalndia, come in tutta la Scandinavia, il legname e la sua lavorazione hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nell’economia. Gli alberi, tagliati anche a grande distanza dai luoghi di lavorazione, venivano spesso trasportati lungo il corso dei fiumi, solitamente più ampi e placidi di quelli nostrani. Il superamento di strettoie o grandi dislivelli era reso possibile da strutture di legno simili a grossi scivoli.

Lo scivolo nella fotografia soprastante è (era nel 2000, non so ora) osservabile nel tratto del Sentiero dell’Orso a Nord di Savilampi.
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