
Finlandia: UKK Reitti, da Salla Tunturi ad Hautajarvi – parte 1
Il presente articolo e quelli ad esso collegati che descrivono i vari tratti del percorso sono la trasposizione di quanto pubblicavo sul mio sito dedicato all’escursionismo ad inizio degli anni 2000.
Giunti in corriera al centro sciistico di Salla Tunturi, si prende terra nel piazzale antistante la reception di un villaggio di cottage, qui il cortese proprietario non lesina consigli sulle condizioni del percorso.
Iniziando a muovere nel tardo pomeriggio, non potevo contare su molte ore di luce, l’idea era quindi di individuare l’attacco del sentiero e percorrerlo fino alla prima area destinata al bivacco, o in assenza di essa, non avendole riportate sulla carta, fino alla prima fonte d’acqua a cui poggiarmi.

Dal piazzale del villaggio di vacanza, si segue la strada fino all’allevamento di renne denominato Poropuisto, superatolo si scorgono sulla destra fasce di nastro arancione avvolte intorno al fusto degli alberi, si tratta del segna-via. Seguendolo, in breve, si raggiunge un primo laghetto nella cui laavu si può bivaccare .
Il sentiero è ben tracciato, lo si percorre fino alla successiva area da bivacco, Aihikipetsi, oltre la quale si incontra una strada.
Ci si immette su questa, prendendo a sinistra sino ad un bivio a Y, punto nel quale si ritrova il sentiero. Costeggiando due bassi rilievi, si giunge dapprima ad un lago, poi ad una ampia area paludosa attraversata da un terrapieno, in cui tra gli alberi si snoda il sentiero.
In autunno l’erba alta e ingiallita trae in inganno il camminatore, ai cui occhi la palude può apparire come una prateria. E’ assai probabile che tra le alte erbe nidifichino numerose specie di uccelli, infatti, poco prima di lasciare il terrapieno per risalire le basse pendici dell’Isovaara, si incontra una torre di osservazione.
Il sentiero segue i declivi, giungendo alla cima di Palotunturi, dove nei pressi del laghetto sorge un accogliente bivacco a tepee.

Dal primo bivacco a qui si percorrono circa 22 Km, vale a dire 7-8 ore di marcia su di un buon terreno.
Di prima mattina, con il sole ancora molto basso, il laghetto di Palotunturi è un esplosione di colori autunnali che si riflettono nell’acqua scura. Seguendo il nastro arancione si riguadagna un terreno più facile da calcare e, avvicinandosi al rilievo di Tahkovaara, ci si imbatte in una intricata rete di carrarecce, di cui non si ha riscontro sulla carta. Qui il nastro guida è spesso ai piedi di alberi e pali strappato, mentre i cartelli con l’indicazione UKK-reitti sono sommersi dalle frasche e ormai invisibili. Dove mi fu possibile legai nuovamente il nastro in piena vista.
Si giunge comunque ad un punto in cui la propria posizione è assai incerta e indicazioni per proseguire non ve ne sono più. La soluzione più semplice appare quella di buttarsi nel fitto bosco movendosi a bussola, avendo come mete: a sud la rotabile 9481 che congiunge Morottaja a Hautajarvi (direzione ovest-est), a est la rotabile 950 che congiunge Salla a Hautajarvi (direzione nord-sud). Io scelsi per la seconda e impostata la corona girevole della bussola mi immersi nella vegetazione.

Sebbene la distanza da coprire in tal modo sia contenuta, 2-3 chilometri al massimo, avanzando ci si stanca rapidamente a causa del terreno sconnesso, ricco di canali e pozze lacustri e coperto da una vegetazione fittissima. Al termine del faticoso cammino raggiunsi la rotabile 950 a Vantturimpi, 4 chilometri a nord della meta che mi ero preposto, da qui seguendo il nastro di asfalto si raggiunge in breve il centro di informazioni del parco.
Durante i tre giorni impiegati per spostarmi, prima da Rovaniemi a Salla Tunturi in autobus, poi a piedi sino ad Hautajarvi, il tempo fu assai variabile, nuvole pomeridiane potevano scomparire in serata, permettendo il mattino successivo ad un pallido sole di far capolino. Il vento, sempre presente, porta rapidi mutamenti di tempo, portando non di rado sottilissime pioggerelle, caratteristiche a queste latitudini.
L’acqua dei laghi non presenta problemi per l’uso commestibile, ma la sua temperatura crea qualche disagio per tutte le operazioni di pulizia personale.
La sera del 25 settembre al temperatura era particolarmente bassa: all’interno della tenda, mentre scrivevo le note sul cammino, osservavo il fiato condensarsi a contatto con l’aria fredda.
Uscito dal mio igloo per lavare la gavetta mi riempii di emozione alla vista, nel cielo sereno, di una evanescente luminescenza verde ! Era un accenno d’aurora boreale, che come un tendaggio leggero solcava il cielo da Nord-Est a Sud-Ovest.
Durante la notte il freddo fu intenso. La mattina seguente trovai che la condensa prodotta dal mio corpo era ghiacciata sul telo interno della camera dell’igloo. All’esterno tutta la vegetazione era coperta da un sottile velo di ghiaccio. Fu l’unica notte in cui la temperatura scese sotto lo zero; come ebbi modo di scoprire dalle parole di altri escursionisti mi muovevo in un autunno anomalo, troppo caldo, mentre sarebbe stato più consueto che la neve facesse qualche timida comparsa e la temperatura si mantenesse prossima allo zero.
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