
Finlandia: UKK Reitti, da Posio a Iso-Syote – parte 4

L’ultimo tratto in cui è suddiviso il cammino verso Iso-Syote, è piuttosto impegnativo: si lascia Posio per affrontare i cinque giorni di marcia che separano da Iso-Syote. Lungo l’itinerario non si hanno opportunità di rifornirsi di viveri e materiali e anche i contatti con la cosiddetta civiltà sono limitatissimi. Solo il terzo giorno di marcia si attraverserà alcuni piccoli agglomerati di case. Il cammino non si svolge all’interno di parchi, né di riserve; fino a quando non si raggiunge il comprensorio di Iso-Syote le strutture sono limitate, così come in alcuni punti la manutenzione di sentieri e passerella e la marcatura del tracciato.


La misura di quanto l’itinerario che stiamo percorrendo sia selvaggio e poco frequentato ci viene data dalla consultazione dei libri di laavu e autiotupa, su cui gli escursionisti lasciano un pensiero, o anche solo la firma: in una laavu pochi chilometri dopo il lago Livojarvi il precedente visitatore risaliva al primo del mese ( era il cinque ottobre), il giorno successivo nell’autiotupa di Lomalampi ero il ventisettesimo ospite dallo inizio dell’anno, ventiquattro ore dopo, in quella di Rytitupa il trentesimo !!!!
Partendo da Posio-Ahola, si segue la rotabile 863, in direzione di Taivalkoski, sino in località Nurkkala, qui ci si incammina sulla carrareccia che staccandosi dalla destra della 863 si dirige a Sud, verso il Livojarvi.

A Kumpuniemi si deve lasciare il tracciato, personalmente avevo identificato tale luogo con una proprietà al cui ingresso vi è un tronco semilavorato raffigurante un uomo.
Non vi è presenza del nastro arancio, abituale segna-via dell’UKK-reitti, tuttavia se ci si muove a bussola diretti alle sponde Nord-occidentali del lago Livojarvi, non si tarderà a ritrovarlo. A Ovest il lago è collegato ad un altro piccolo specchio d’acqua, il Tervalampi, da un placido canale largo circa quattro metri e profondo poco più di uno, sul cui fondo melmoso si riconoscono, coperti dall’acqua scura i resti del ponticello che serviva ad attraversarlo.

Sull’altra sponda il segna-via, invitante, ci chiama. Non resta che spogliarsi e guadare, facendo attenzione al fondale fangoso che tende a “mangiarsi” le ciabatte. Oltre il guado si prosegue su una serie di piccole morene detritiche, tra le quali ci si deve muovere con l’aiuto della bussola per rintracciare i radi nastri arancio, giungendo sino al Livojoki sulle cui rive si trova la laavu di Niskakoski.

Bussola alla mano si prosegue su un terreno pianeggiante e sabbioso, caratterizzato da un basso sottobosco dove predomina il colore giallo. Il fondo agevole permetterebbe un passo rapido, ma la necessità di verificare la direzione porta in fine ad una media di percorso piuttosto bassa. Il sentiero passa tra le invitanti varaustupa ( bivacchi a pagamento ) di Koskipooli, oltrepassate le quali si giunge ad una carrareccia che, attraversando un ponte, permette di accedere alla riva settentrionale del Livojoki.
La nostra via prosegue, tuttavia, sulla riva meridionale del Livojoki. L’area di Kerkkamanniko, in corrispondenza del ponte, caratterizzata dal terreno pianeggiante e asciutto rappresenta un’ottima sistemazione per il bivacco.

La zona del Livojoki si differenzia sostanzialmente da quella dei fiumi incontrati fino ad ora, quali l’Oulankajoki, dove il corso d’acqua correva tra sponde che raggiungevano anche altezze considerevoli ed erano caratterizzate da un sottobosco umido e rigoglioso, ricco di soffici muschi multicolori e da altissime conifere.
L’area che si sta ora attraversando, è invece caratterizzata da sponde molto basse, costituite prevalentemente da materiale detritico, la differente composizione del terreno non ha mancato di influenzare la vegetazione che vi cresce, così i soffici e spugnosi muschi hanno lasciato il posto ai licheni, più adatti a questo fondo in parte sabbioso, mentre gli alberi appaiono di altezza nettamente inferiore a quelli incontrati lungo le altre vie d’acqua.
In questo ambiente il segna-via dell’U.K.K.-reitti non si vede frequentemente, sul terreno si intrecciano numerose le piste degli animali e la progressione con bussola alla mano si fa lenta. Un netto cambiamento appare quando si giunge a salire le morbide pendici del Laivavaara, qui il fondo torna a essere umido, il sentiero è una pista sottile, larga quanto un piede, un solco impresso nei muschi che ad ogni passo rigurgitano acqua.



Anche arbusti e cespugli tornano a elevarsi dal terreno. Le continue fini piogge del periodo avevano imperlato ogni ramo di migliaia di goccioline che, poco simpaticamente, mi si depositavano addosso al minimo contatto, costringendomi a marciare con indosso tutto il completo impermeabile anche quando le precipitazioni cessavano. L’autiotupa di Holkanlammin è la prima che si incontra dopo aver lasciato Posio, tuttavia le sue condizioni non sono tali da invitare al soggiorno: tutta la struttura è fatiscente ed internamente il soffitto ha in parte ceduto.

La successiva possibilità di dormire al chiuso ci è data dall’autiotupa di Lomalampi, a circa sette chilometri di distanza. Superata Holkanlammin, si marcia per oltre quattro chilometri, sino ad incontrare una carrareccia che interseca il nostro cammino, da questa si tacca, una strada minore che, diretta a sud, si ridurrà man mano ad un semplice sentiero, conducendoci sulle rive del lago Lomalampi, dove sorge il confortevole bivacco.

Lasciandoci alle spalle l’autiotupa, si trova finalmente l’indicazione per la nostra meta: Iso-Syote 39 Km !! Da qui scompare il nastro arancione, che lascia il posto ad un segna-via blu, solitamente una pennellata, sempre presente e ben visibile sui tronchi. In breve si raggiunge una larga carrareccia che porta, attraverso prati da fieno, al piccolo abitato di Kuusikko.

Si procede quindi in direzione Sud, Sud-Est sino a Kanerva, dove si lascia la via principale per aggirare il lago Kouvajarvi lungo la costa occidentale. Nel punto in cui si attraversa il torrente che nasce dal Kouvajarvi si può notare una laavu chiusa. Si risale giungendo ad una carrabile in prossimità di una cava utilizzata per il tiro al piattello. Si segue con facilità il sentiero che, attraverso zone umide, ci porta a costeggiare il Mataslampi, per giungere a fine giornata all’autiotupa di Rytitupa (quadrato chilometrico 3532-7296).

Questo bivacco, riportato sulla carta topografica come una semplice costruzione, si rivela invece comodo è accogliente, garantisce la compagnia di qualche timido topino che inizia a muoversi solo quando ci si corica smettendo di fare rumore.
Sul libro del bivacco qualcuno aveva accuratamente disegnato le incisioni che le renne hanno sui bordi delle orecchie e che permettono di identificarne i proprietari. Lasciata Rytitupa, si entra in breve nel comprensorio turistico di Iso-Syote, si moltiplicano le laavu e compare la cartellonistica relativa agli itinerari con sci e motoslitte. Nonostante ciò la condizione delle passerelle predisposte per attraversare i tratti umidi è fatiscente, molte sono marce e vanno calcate con cautela perché cedono sotto i piedi.

Purtroppo fanno la loro comparsa, a sorpresa, anche le cartacce, incontrate per la prima volta in assoluto. Seguendo il facile tragitto, ora con le mete ben evidenziate e le distanze indicate, si giunge a Toraslampi, dove si dormirà in autiotupa per l’ultima notte.

Sfortunatamente il bivacco rispecchia la trascuratezza evidenziata negli ultimi chilometri, la contaminazione umana appare improvvisamente fastidiosa e, per quanto minima rispetto a quanto si vede in Italia, risulta stridente al ricordo dei giorni precedenti, dove tutto sembrava convivere in maggiore armonia. A Toraslampi giunsi l’ otto ottobre (2000), sebbene la giornata fosse nuvolosa e la foresta fosse ancora carica d’umidità dalle finissime piogge dei giorni precedenti, la temperatura era mite, alle 13.00 e alle 17.00 sui termometri delle laavu lessi una temperatura di 9°C, tra le 18.00 e le 19.30 a Toraslampi la colonnina di mercurio indicava una temperatura di 7 gradi Centigradi. Il giorno successivo con una marcia di poche ore giunsi in fine a Iso-Syote, meta prefissatami alla partenza.

Nel comprensorio vi era molta attività, si stavano facendo i preparativi per la stagione invernale ormai alle porte. Nonostante questo i collegamenti non sono facili e nemmeno frequenti. Facendo autostop raggiunsi Syotekyla, da dove con l’autobus sarei giunto a Pudasjarvi.
Esponendo semplicemente il pollice all’aria dal ciglio della strada, ebbi la fortuna, nonostante l’aspetto rozzo e il cattivo odore che emanavo dopo giorni di marcia e docce non fatte, di essere caricato in auto e invitato a pranzo da un giovane ingegnere dell’ente forestale di ritorno dalla caccia. Seduto nella sua cucina potei assaporare un vero stufato di alce con purè e la torta di frutti di bosco fatta in casa!!!
In definitiva questo lungo viaggio attraverso le foreste finlandesi si è dimostrato un esperienza indimenticabile e appagante.

Da quanto vissuto nasce l’invito rivolto ad ogni escursionista a far pratica, migliorare le proprie capacità al fine di godere appieno di un fantastico ambiente naturale, che, grazie alle morbide forme del terreno, risulta fruibile a tutti e in grado di ricambiare, con immense soddisfazioni, ogni fatica, ogni goccia di sudore e piccolo dolore che si lascia sul sentiero.
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